Una macchina innovativa

In questa sezione del nostro blog finora abbiamo preso in esame e approfondito dettagliatamente, da un punto di vista tecnico, due delle “buone” pratiche rigenerative promosse e sviluppate da Arca Benefit: le cover crops, il nostro “fiore” all’occhiello, e le consociazioni.

Oggi, invece, senza addentrarci nei meandri agronomici, vorremmo, prima di illustrare brevemente la nostra prima macchina innovativa, riepilogare sinteticamente le nostre tecniche, al fine di chiarire meglio che tipologia di agricoltura stiamo “creando” e diffondendo sul territorio.

Nello specifico, in che cosa consiste l’agricoltura bio-conservativa rigenerativa?

Nel rispetto rigoroso della normativa del settore biologico e nell’adozione delle seguenti pratiche:

  • Minimo disturbo al suolo
  • Cover crops (colture di copertura)
  • Consociazioni colturali
  • Rotazioni colturali almeno quinquennali
  • Concimazione organica proveniente da processi di economia circolare

Per quanto riguarda il primo punto dell’elenco, magari meno intuitivo e di più difficile comprensione rispetto agli altri, è doveroso specificare che, al fine di recare il minor disturbo possibile al terreno, è necessario svolgere lavorazioni che raggiungano una profondità non superiore ai 15-20 cm., impedendo l’inversione degli orizzonti pedologici del suolo.

Che cosa si intende con quest’ultima terminologia?

Significa che rimane in superficie lo strato più fertile (organico), preservando e non alterando l’equilibrio del suolo e della composizione dei suoi orizzonti.

La non inversione degli orizzonti pedologici fa sì, inoltre, che in superficie rimangano i residui delle colture precedenti, che consentono la copertura costante del suolo, condizione di primaria e fondamentale importanza.

Poiché tali residui devono essere curati e gestiti, ecco che entra in gioco la macchina agricola innovativa.

Prima di evidenziare le sue peculiarità, è opportuna una premessa: dal momento che le fragili aree collinari marchigiane sono estremamente complesse e problematiche, si è rivelato necessario pensare, creare e costruire, in collaborazione con la ditta Angeloni Srl, tre macchinari ad hoc per effettuare le lavorazioni in collina.

Due sono ancora in fase di progettazione (un erpice devitalizzatore e un decompattatore), lo strigliatore pesante invece è già operativo e funzionante ed è stato ufficialmente presentato la scorsa settimana in occasione dell’Open Day di Agribiocons, un progetto finanziato dalla Regione Marche per il trasferimento e l’adattamento del modello agricolo biologico conservativo nei sistemi colturali marchigiani, in particolar modo sui seminativi in rotazione maggiormente presenti.

Obiettivo principale dello strigliatore pesante è quello di, come accennato precedentemente, gestire gli abbondanti residui colturali lasciati in superficie, oltre che effettuare una lavorazione minima del terreno e l’eventuale semina a spaglio di una cash crop (coltura da reddito) o di una cover crop.

L’utilizzo di tale macchina consentirà di triturare e distribuire in maniera omogenea sul terreno il residuo colturale, favorendone la degradazione e l’umificazione. In altre profane parole, contribuirà alla trasformazione del residuo colturale in humus, sostanza organica stabile.

Si tratta dunque di una prima lavorazione funzionale al ripristino della sostanza organica e della fertilità del suolo, scopo primario dell’agricoltura bio-conservativa rigenerativa propugnata da Arca Benefit.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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