24 Mag Sinergia tra Arca Benefit e mondo universitario – Intervista alla Prof.ssa Biancamaria Torquati di Unipg
La collaborazione tra Arca Srl Benefit e il mondo scientifico continua a dare risultati interessanti. Infatti, oltre alle relazioni già in essere con l’Università Politecnica delle Marche, nel mese di marzo è stata stipulata una convenzione della durata di cinque anni tra Arca Benefit e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (DSA3) dell’Università degli Studi di Perugia. Grazie a questa collaborazione, potranno essere attivati dei tirocini da svolgere presso Arca Benefit per sviluppare i valori e le potenzialità legate all’agricoltura bio-rigenerativa.
La prima tirocinante ad essere ospitata da Arca Benefit è Veronica Cecchini, che ha iniziato a lavorare sulla gestione dei dati economici in relazione alle pratiche agricole. Tutor del tirocinio è la Professoressa Biancamaria Torquati, docente di Economia ed Estimo rurale del DSA3 dell’Università degli Studi di Perugia, a cui abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire la natura di questa sinergia tra università e azienda.
Professoressa Torquati, come ha conosciuto il Progetto ARCA?
Ho avuto il piacere di conoscere il Progetto ARCA attraverso il Dr. Dario Bastiani quando, studente al terzo anno del suo percorso di studi in Scienze agrarie e ambientali, mi chiese di svolgere una tesi di laurea sul tema dell’agricoltura bio-conservativa. Tema che aveva suscitato il suo interesse da quando aveva sentito parlare della “buona agricoltura per la rigenerazione dei territori” da parte di due agronomi di Arca Benefit durante un incontro sui Contratti di Fiume. L’entusiasmo di Dario, unito alla mia esperienza nel campo dell’agricoltura biologica, ha generato sin da subito un forte sodalizio rafforzato, successivamente, dalla presenza in Arca Benefit della Dr.ssa Valentina Piselli, che avevo avuto modo di conoscere ed apprezzare in un seminario per dottorandi di ricerca, e dal coinvolgimento di altri colleghi quali il Prof. Alberto Agnelli (pedologo), il Dr. Giacomo Tosti (agronomo) e la Dr.ssa Chiara Paffarini (economista agrario).
in foto: Prof.ssa Bianca Maria Torquati
Secondo lei il sistema agricolo proposta da Arca Benefit può contribuire concretamente allo sviluppo rurale del territorio umbro-marchigiano?
Ne sono convinta. Il sistema agricolo proposto da Arca Benefit contribuisce al passaggio da una economia agricola lineare ad una economia agricola circolare che, grazie alla sua capacità rigenerativa e all’attenzione che viene posta nei confronti dell’ambiente, rappresenta una via al raggiungimento degli obiettivi climatici globali. Lo sviluppo rurale oggi passa necessariamente attraverso la costruzione di una “nuova catena dei valori” che implica la rigenerazione del suolo, il miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, la riduzione dei rischi associati alla salute umana. Obiettivi che il Progetto ARCA pone in primo piano, stimolando le nuove generazioni di imprenditori agricoli a guardare oltre i confini delle propria azienda e facendo loro riscoprire l’importanza di essere agricoltori, nonché il peso che le loro scelte hanno nello sviluppo economico e sociale del territorio in cui operano.
In previsione delle prossime politiche agricole comunitarie, che potenzialità può sviluppare un modello agricolo come quello proposto da Arca Benefit?
In base alle mie conoscenze del modello agricolo proposto da Arca Benefit posso affermare che esso reinterpreta l’agricoltura contadina tradizionale attuando rinnovate pratiche rigenerative del suolo e contribuendo alla salvaguardia del substrato vivente, alla preservazione rispetto all’erosione dei territori collinari, alla reintroduzione della biodiversità e all’implementazione di filiere alimentari di eccellenza. Pratiche per le quali la prossima politica agricola comunitaria prevede importanti flussi di finanziamento proprio per l’importanza che riconosce a tali regimi ecologici finalizzati alla sostenibilità della produzione alimentare.
Quali sinergie potrebbero nascere tra un’azienda Benefit come Arca e il vostro Dipartimento?
Le sinergie possibili sono legate prevalentemente al trasferimento della conoscenza tra sistema produttivo (Arca Benefit) e sistema della ricerca (Dipartimento) con una fertilizzazione, per rimanere in campo agricolo, a vantaggio dell’uno e dell’altro. Sottolineo come la funzione di trasferimento della conoscenza scientifica e delle abilità operative rappresentino una componente essenziale dei processi di innovazione economica e sociale di un territorio.
Quali pensa possano essere i vantaggi e le potenzialità per uno studente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali che si rapporta a una realtà come la nostra?
Arca Benefit coniuga storie imprenditoriali e capacità di innovazione, modelli sperimentali e reti d’imprese. È difficile trovare tutto ciò in una sola azienda Benefit. I nostri studenti hanno, quindi, la grande opportunità di svolgere una esperienza formativa durante la quale mettere alla prova le proprie conoscenze, acquisirne delle nuove ma, soprattutto, vivere in un ambiente capace di stimolare nuove idee e diventare partecipi di processi di innovazione. Inoltre, un’esperienza presso Arca Benefit può diventare, a mio avviso, anche un’occasione per acquisire competenze imprenditoriali e di management.
Quali sono i principali obiettivi del tirocinio appena attivato?
Il tirocinio appena attivato si pone l’obiettivo di analizzare le performance economiche ed ambientali di due differenti sistemi di coltivazione: il sistema biologico e il sistema bio-conservativo. Attraverso lo studio e il confronto delle tecniche agronomiche si intende formulare i bilanci colturali e confrontarli sia in termini economici che energetici. La valutazione della sostenibilità dal punto di vista economico sarà utile per stimare gli eventuali premi integrativi da riconoscere con le misure ambientali legate alle tecniche conservative. La valutazione della sostenibilità dal punto di vista ambientale, invece, è finalizzata a comprendere il ruolo dell’agricoltura conservativa alla decarbonizzazione della filiera alimentare e del livello di compensazione ad essa collegabile. Attività che richiedono conoscenze interdisciplinari e che vedono impegnati agronomi ed economisti agrari.
in foto: Veronica Cecchini – tirocinante
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