13 May La poesia nel vino
Il successo che hanno decretato i nostri lettori nei confronti della neonata sezione “La terra delle poesie” del blog ARCA ci spinge ad approfondire la nostra ricerca e dobbiamo dire che, come al solito, parlando di Marche, le sorprese non finiscono mai.
Accanto ai nomi celebri e universalmente riconosciuti, abbiamo scoperto una terra di poeti, nascosti sotto mestieri di vario titolo.
E’ in questa dimensione che siamo andati alla ricerca dei talenti sconosciuti. Si tratta di una ricchezza da non disperdere ed è per questo che siamo aperti a tutti coloro che abbiano un pensiero in versi nei confronti di questa terra “favolosa”.
Non è il caso di oggi, però, perché abbiamo trovato una poesia inedita, sul vino, di Alberto Calavalle, urbinate al cento per cento e appassionato amante della sua città (e come non esserlo!). Già docente di letteratura italiana e storia negli istituti superiori, collaboratore per i servizi giornalistici della sede Rai di Ancona, collaboratore didattico presso l’Università degli Studi di Urbino. Impegnato socialmente e redattore presso importanti testate, autore di saggi, romanzi, racconti e naturalmente poesie!
Forse non l’avremmo trovata subito, se non ci avesse dato spunto la pagina Facebook di Sara Tomassini, presidente regionale di Anabio, l’Associazione dei produttori biologici della CIA. La ringraziamo per la sensibilità, la cortesia e il suo impegno quotidiano verso un’agricoltura migliore e responsabile.
La poesia, per dovere di cronaca, fu scritta per un’iniziativa di Fanocittà.
Quale il vino?
Manteniamo il riserbo sino alla fine, così come simpaticamente ha fatto anche Sara, creando quella suspense che ti fa pensare!
“Giovane vino
come un bambino
cullato nella valle
dell’antico fiume
hai succhiato rugiade
da una terra mite
trovato il tuo respiro
nell’aria di sole
gioito di carezze
con mani curve
sul tuo liquore
nel tutto
esprimi sapori
della tua identità
nel tempo
hai trovato
la tua celebrità
e sulle mense
delle nozze è l’ora
per gustare il tuo frutto
e sposare i tuoi doni
coi figli del mare”.
Alberto Calavalle
Ah, il vino?
Naturalmente è il Bianchello del Metauro.
A buon intenditor poche parole.
Massimiliano Montesi
No Comments