Il potere benefico dei nutraceutici

Oggi è importante modificare l’atteggiamento nei confronti del cibo: passare cioè da un ruolo passivo ad uno in cui il singolo individuo diventa responsabile e consapevole delle proprie scelte in merito alla salute.

Tuttavia, non sempre la dieta può assicurare un adeguato rifornimento di principi nutritivi in grado di condizionare attivamente l’espressione genica, ottimizzare quanto più di positivo è insito nel DNA e allo stesso tempo limitare le conseguenze genomiche di suscettibilità di per sé sfavorevoli.

È in questo contesto che nasce il termine “nutraceutico”, il quale, nella sua definizione originale, rappresenta un alimento o parte di un alimento con comprovati effetti benefici e protettivi sulla salute psicofisica dell’individuo. È un mix di sostanze in grado di “collaborare” con i nostri geni in funzione dell’interazione con l’ambiente. I nutraceutici assumono così il ruolo di modulatori cellulari e funzionali, capaci di garantire un’ottimizzazione dei processi fisiologici dell’organismo umano. Questo avviene in quanto l’alimentazione può incidere sui nostri geni, provocando delle conseguenze positive o negative a seconda dello spegnimento o dell’accensione di determinati processi fisiologici.

I recenti progressi nel campo della nutraceutica, di cui il massimo esperto in Italia è il Dott. Galimberti (Galimberti D. et al., La medicina dell’aging e dell’antiaging. Edra, 2016), hanno portato all’individuazione di superfood e fitonutrienti in grado di condizionare favorevolmente la nostra salute. Selezionando i più influenti nella revisione scientifica (si veda ad es. Pirillo A. et al., Nutraceuticals: definitions, European regulations and clinical applications. Giornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione, 2014), troveremo:

  • la curcumina della curcuma longa, con funzione antinfiammatoria, antitumorale, antiossidante e antilipidemica. In ottica fitoterapica, dovremmo consumare un cucchiaino da minestra di curcuma al giorno, con l’aggiunta di una modesta quantità di pepe al fine di migliorarne l’assorbimento;
  • il resveratrolo dell’uva, del vino, delle bacche e delle arachidi, avente un potente effetto antiossidante. Viene definito lo “scavenger” dei radicali liberi, dal momento che regola l’espressione dei geni atti a ridurre la produzione di specie reattive dell’ossigeno (specie ROS);
  • il licopene del pomodoro maturo, del cocomero, dell’albicocca e del pompelmo rosa. La sua biodisponibilità aumenta con la cottura e con la maturazione dell’alimento. Il licopene sembra possedere diverse caratteristiche positive: è oramai consolidata l’ipotesi secondo cui, essendo un potente antiossidante, sarebbe capace di ridurre il rischio di cancro alla prostata nell’uomo;
  • l’acido ellagico contenuto nella fragola, nella melagrana, nella frutta secca e nei mirtilli rossi. È una molecola antinfiammatoria e immunomodulante, in quanto in grado di inibire la produzione di fenomeni infiammatori dovuti ad alcune interleuchine, quali IL-6, IL-8, IL-10, IL-1β, e a fattori di necrosi tumorale, come TNF-α;
  • l’indolo-3-carbinolo (IC3) derivato dalle crucifere come broccoli, cavoli, cavoli di Bruxells, verza. Esso è conosciuto nel mondo epigenetico per il suo rilevante effetto di chemioprevenzione del cancro, in particolare quello al seno;
  • la capsaicina del peperoncino. La capsaicina è stata studiata come analgesico, dal momento che, legandosi ai recettori vanilloidi di tipo 1 localizzati sulle fibre nervose, dà luogo ad un fenomeno iperanalgesico di desensibilizzazione; inoltre, viene considerata anche un anticancro, in quanto interviene in meccanismi molecolari epigenetici che stimolano l’apoptosi e inibiscono l’angiogenesi della massa tumorale. Infine, la capsaicina detiene capacità antiossidanti (effetti positivi contro l’aterosclerosi) ed è anche un buon modulatore del peso corporeo: svolge infatti una preziosa attività stimolatrice nei confronti del metabolismo e induce alla sazietà;
  • la quercitina nella cipolla rossa e nel cappero. È un antinfiammatorio e un antiossidante naturale e, proprio per queste caratteristiche, viene ampiamente impiegata come molecola anti-aging;
  • l’epigallocatechina-3-gallato del tè verde. È un polifenolo ad azione antiossidante e antinfiammatoria.

In conclusione, comprendiamo quanto sia importante sottolineare come il consumo di queste molecole bioattive, assunte tramite alimenti veri e propri o sotto forma di supplementi, apporti significative modificazioni a livello cellulare con l’unico fondamentale scopo di migliorare la nostra salute.

Dott.ssa Greta Accorroni (Biologa nutrizionista)



Greta Accorroni
greta.accorroni@gmail.com
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