La ripresa verde dell’ONU

Oggi diamo i numeri.

Ogni giorno ne escono di nuovi, così tanti che si rischia la banalizzazione, mentre il countdown della terra va avanti, con o senza di noi.

Certo, voci autorevoli dicono che è naturale: la terra ha vissuto da sempre ere climatiche più o meno radicali. Rispettiamo l’opinione di tutti, naturalmente.

Ma la provocazione iniziale allora prendiamola come una specie di telecronaca di ciò che sta accadendo.

La notizia è rimbalzata in questi giorni sui telegiornali e sulla stampa ed è relativa a un recentissimo studio dell’ONU.

Parliamo sempre del cambiamento climatico e in particolare dei fenomeni atmosferici estremi cui assistiamo in tutto il pianeta.

Ebbene, essi, negli ultimi 20 anni, sono passati da 3000 a più di 7.000, sempre più potenti e sempre più frequenti.

Hanno causato la morte di più di un milione di persone e sono costati circa 3 mila miliardi di dollari.

Poi, una previsione: nei prossimi anni assisteremo a ondate di caldo eccezionali.

Chi pagherà di più?

La biodiversità e le coltivazioni.

Ecco: di nuovo il rapporto suolo/cibo.

Nel nostro blog lo abbiamo evidenziato spesso, mai troppo secondo noi, d’altronde è il nostro mantra e quello del Progetto ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente).

C’è da dire sicuramente che il Covid 19 ci ha resi tutti più consapevoli e, nella disgrazia, sta prendendo campo una rinnovata sensibilità verso queste tematiche.

Dunque, non possiamo che essere d’accordo sul monito dell’ONU e ci associamo alla richiesta di una Ripresa Verde che l’Organo internazionale ha rivolto ai vari paesi.

Per chi non ci crede, in fondo che male c’è?

Migliorare le performances, in modo equo, di quello che facciamo a casa nostra e di quello che mangiamo non può far male a nessuno, anzi, no?

Scusate l’innocenza…

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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