Spigolature marchigiane (9)

Arte di terracotta

Una tappa fondamentale nel percorso attraverso l’arte della terracotta è il Museo delle terrecotte di Fratterosa.

Qui, tra Marche, Romagna e Toscana, l’uomo modella la terra con il fuoco da secoli.

Massimiliano Montesi

 

Un Museo per una strada

Attraverso un’autostrada del passato, la Via Flaminia, ha viaggiato la nostra storia. A Cagli, c’è una “stazione di servizio”: al Museo civico archeologico e della Via Flaminia.

Massimiliano Montesi

 

Nella Perinsigne Collegiata…

di Sant’Urbano ad Apiro (MC), oltre ad uno dei numerosi organi storici delle Marche costruiti da Callido da Venezia (1772), massimo esponente dell’arte organaria italiana del 1700, vi è un concerto campanario la cui campana maggiore pesa ben 1885 kg!

Massimiliano Montesi (fonte: “Sotto il cielo del San Vicino”)

 

Da un manoscritto…

in possesso del canonico Don Gaetano Costantini apprendiamo che nel giugno del 1537 il tesoro della Santa Casa di Loreto fu trasferito a Cingoli poiché i Turchi erano sbarcati alla foce del Musone.

Nel novembre dello stesso anno il tesoro fu riportato nella sede originaria.

Nello stesso manoscritto troviamo che San Fiorano Martire (il San Floriano patrono di Jesi) era in realtà di Cingoli, della famiglia “delli Zanobi”. La festa che Jesi dedica al Santo ogni 4 maggio è detta “delle campanelle” in riferimento al famoso miracolo operato dal Santo.

Massimiliano Montesi (fonte: “Sotto il cielo del San Vicino”)

 

Lorenzo Perosi…

il grande musicista direttore perpetuo della Cappella Sistina a Roma e fecondo compositore venne inviato, tra le varie altre località, a San Marcello (AN) per superare una lunga crisi. Il suo eclettismo lo aveva portato tra l’altro ad ascoltare gli echi del modernismo inviso alla chiesa nel periodo della Controriforma. Ecco perché la Chiesa lo invitò a riflettere, consapevole di non potersi privare del grande genio.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Ad Ancona…

in piazza del Papa, circa all’inizio della scalinata di destra (lato Moretta), c’è una vasca. E’ una fontana, poco conosciuta dagli stessi cittadini. Le facce in pietra sopra scolpite appartengono a cinque condannati a morte dalla Santa Inquisizione. La questione è però ancora dibattuta.

Massimiliano Montesi

 

E il gallo cantò

Divagazioni musicali prima che sorga il sole.

Tra i 300.000 volumi, 681 incunaboli (testi stampati nel 1400), 10.000 cinquecentine, custoditi nella maestosa Biblioteca di Fermo, c’è una tavola, contenuta in un’opera di Athanasius Kircher, stampata a Roma nel 1650 nella quale viene razionalizzato qualsiasi fenomeno musicale.

Lo studio analizza, in modo singolare, il suono emesso da molti uccelli e ne trascrive le altezze e le ampiezze in un canonico pentagramma, fino al pappagallo. C’è anche riprodotto il canto della gallina che sta per scodellare l’uovo. Testo: “to to to to to”. Il punto C riporta il canto della chioccia che vigila e istruisce i pulcini: “glo glo glo glo glo”.

Curiosità di uno studioso bizzarro e poliedrico che ha raccontato l’atmosfera musicale di un pollaio tedesco del ‘600.

Però, ragionando, ci sono stati un tale Jacob Gallus, maestro alla corte di Vienna nel ‘500, il pianista di Busseto G. Galluzzi, il direttore d’orchestra milanese F. Gallini, il piemontese L. Gallino, pianista, il soprano A. Galli, il flautista toscano R. Galli e A. Galli, marchigiano di Talamello, autore dell’inno ai Lavoratori.

Dico, se perfino il Vangelo menziona il gallo che canta…la sveglia al frastornato Pietro di Galilea . “Prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte”. Non è di poco conto la citazione.

Anche se l’amico pennuto canta, da sempre, lo stesso copione sulla stessa musica.

Sì, è ripetitivo. Chicchirichì.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Nel secolo XV

San Giacomo della Marca (Jacopo da Monteprandone – 1393/1476), San Giovanni da Capistrano, entrambi inquisitori, e Giovanni Piccinino, uomo di fiducia e custode di Jesi e della Marca per conto di Papa Niccolò V, per fronteggiare l’eresia dei Fraticelli (accusati di riti crudeli ma predicatori di una Chiesa povera, senza sfarzo e con un loro antipapa detto “papasso”) con quartier generale a Maiolati, fecero ardere i roghi per ben tre giorni in quel di Fabriano. Molti “villani” di Maiolata, lo Mergo, lo Poio e lo Massaccio (Cupramontana) trovarono così la loro purificazione.

Massimiliano Montesi (fonte: “Sotto il cielo del San Vicino”)

 

Un coccodrillo imbalsamato

Nel santuario di S. Maria delle Vergini (seconda metà del secolo XVI), poco distante da Macerata, c’è un coccodrillo imbalsamato appeso alla volta.

Leggenda vuole che secoli fa nel fiume Chienti albergasse un coccodrillo o forse un alligatore proveniente da chissà dove. Per un certo periodo questo flagello creò problemi agli abitanti del luogo con le sue scorrerie, finché non fu catturato pare ricorrendo all’intercessione della Vergine Maria. Per questo esso venne conservato all’interno della Chiesa ad Essa dedicata ove si trova ancora oggi.

Alter fonti invece dicono che l’animale sia stato direttamente portato dai Crociati.

Per inciso, la Chiesa è stata costruita su disegno del Bramante e ospita un’Adorazione dei Magi firmata Tintoretto del 1587.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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