Il Cluster Agrifood: una risorsa per il futuro del sistema agroalimentare marchigiano

Sono convinto da sempre che un’azienda non può e non deve più essere lasciata sola a competere in un mercato sempre più globale e mutevole, ma deve esser parte di un sistema locale, politico, istituzionale, scientifico e finanziario, che competa insieme a lei e che le metta a disposizione gli strumenti utili per favorire capacità di innovazione e di crescita anche attraverso servizi in comune e l’incentivazione di forme di aggregazione.

Ecco perché il 6 giugno 2019, sollecitato e organizzato da Arca Benefit, si è svolto presso l’Università Politecnica delle Marche un apprezzato incontro tra decisori della Regione, UNIVPM D3A, ASSAM, Organizzazioni Sindacali, importanti aziende del territorio e la stessa Arca Benefit, avente come obiettivo quello di favorire e agevolare un maggiore coordinamento e collaborazione tra tutti per orientare il sistema di ricerca anche verso le esigenze delle imprese agroalimentari del territorio.

Successivamente, però, forse per la novità dell’argomento e per qualche lentezza burocratica a cui si è aggiunto il Covid-19, si è bloccato tutto. Ma dopo l’incontro di Frontone dello scorso 7 gennaio,  organizzato dal Vicepresidente-Assessore alle Attività Produttive, Mirco Carloni, i contatti si sono riavviati con nuova lena tra il Direttore Prof. Nunzio Isidoro, diversi docenti del D3A dell’UNIVPM e Arca Benefit, sempre con lo stesso obiettivo: favorire una sempre maggiore sinergia tra i programmi di ricerca dell’università, la strategia regionale di destinazione e attribuzione delle risorse e le esigenze di innovazione delle aziende del sistema agricolo e agroindustriale del territorio.

Così, dopo una chiacchierata con il Prof. Sauro Vittori (uno dei promotori del Cluster Agrifood e appassionato difensore della validità dello strumento), le numerose sollecitazioni ricevute dalla Prof.ssa Adele Finco e l’apertura, finalmente, anche al mondo agroalimentare, della Smart Specialisation Strategy, ho deciso di far aderire Arca Benefit al Cluster Agrifood.

Ho quindi partecipato a pieno titolo come relatore al Convegno, organizzato proprio dal Cluster il 5 maggio, dal titolo “Il Biologico dal Campo alla Tavola”. L’esperienza è stata davvero interessante per le tante testimonianze e per la presenza delle università marchigiane, sedute tutte intorno a un tavolo mediatico, con dichiarazioni di grande disponibilità. Molti professori, poi, hanno illustrato i risultati delle loro importantissime ricerche e numerosi sono stati gli interventi del settore agroalimentare e delle aziende biologiche, che hanno richiesto con forza di lavorare insieme e fare sistema, specialmente oggi che sta prendendo il via il neoistituito Distretto Biologico Regionale.

Quello che più mi ha sorpreso, però, è l’aver constatato che lo strumento sistemico che cercavo di costruire per l’agroalimentare, c’era già, lo avevo sotto agli occhi, era ed è il Cluster Agrifood.

Arca Srl Benefit, che mi onoro di presiedere – partecipata dai gruppi Fileni e Loccioni – svolge servizi, attività di ricerca e sviluppo, progettazione e detiene il know-how per implementare il Progetto ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente), del quale è depositaria. Un progetto che, partendo dall’agricoltura biologica (specialmente di collina e marginale), vuole apportare significative innovazioni di processo (ARCA Regenerative Soil System®) e di prodotto e vuole realizzare un sistema commerciale nuovo e moderno. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni economiche dell’agricoltore e la salute del territorio, dell’utilizzatore finale, della società, dell’ambiente nel suo complesso e del pianeta.

Infatti, Suolo Sano = Cibo Sano = Gente sana = Pianeta Sano è un’equazione che da più di trent’anni il Progetto ARCA ha fatto sua. E la costante crescita della domanda di cibi buoni, sani e rigenerativi del suolo e dell’ambiente, che consentono all’utilizzatore finale di fare un’azione concreta per un futuro migliore, è la garanzia per il successo del progetto. Così come lo è la monetizzazione all’agricoltore dei Servizi Ecosistemici (Carbon Farming in primis), che in alcuni paesi sta già diventando realtà, connessi alle nuove pratiche agricole che adotterà aderendo al progetto ARCA.

Si può immaginare, quindi, quanto bisogno di ricerca e innovazione stia dietro alla realizzazione di un progetto così innovativo che, territoriale per sua natura, deve coinvolgere il sistema agricolo e di trasformazione del cibo biologico regionale. Lo proietterebbe verso un nuovo standard che darebbe nuovo slancio e futuro all’intero settore, generando nuovo valore da ripartire lungo tutte le filiere, agricoltore compreso, oggi pressoché escluso ma qui protagonista. E contrasterebbe la tendenza a trasformare il biologico attuale verso una sua inevitabile commoditizzazione.

Il Presidente del Cluster Agrifood, Massimo Fileni, Vicepresidente dell’omonimo gruppo, sta svolgendo il suo mandato con impegno e competenza. A lui va il plauso di aver organizzato un convegno così importante e di aver così ben illustrato, nel suo discorso di apertura, l’attuale momento di grandi trasformazioni che investono il settore bio e non solo.

Sono a conoscenza, però, che al momento il Sistema Cluster (Agrifood e gli altri tre, uniti nella Fondazione Cluster) sta attraversando un complesso sistema di ripensamento da parte delle istituzioni, i cui esiti non sono ancora per niente chiari.

Questo mio intervento, quindi, vuol essere un forte appello a tutto il sistema pubblico e privato che ruota intorno al cibo a fare tutto il possibile, quanto prima, per superare l’attuale impasse e rilanciare in maniera decisiva il Cluster Agrifood.

Credo, infatti, che tutte le più importanti realtà agricole e di trasformazione regionali, convenzionali o biologiche che siano, tutti gli enti di ricerca pubblici e privati della regione, le organizzazioni di categoria agricole e di trasformazione, cooperative, artigianali e industriali, tutte le istituzioni territoriali eroganti fondi per la ricerca, dovrebbero aderire al Cluster Agrifood.

Il Cluster ha sì pochi anni di vita e ancora poca esperienza e successi da vantare, ma potrebbe e dovrebbe diventare quel momento di aggregazione sistemica oggi da tutti auspicata. Qui dovrebbero approdare tutte le esigenze di ricerca e di innovazione delle imprese e delle filiere alle quali il sistema di conoscenza regionale – magari allargato ad altre realtà – dovrebbe dare risposta, supportandolo anche con fondi pubblici europei, nazionali e regionali. Il Cluster dovrebbe diventare la sede dove far nascere progetti territoriali da presentare a livello europeo, anche in collaborazione con cordate internazionali già collaudate da esperienze trasversali precedenti. E potrebbe diventare, inoltre, un’istituzione chiave per la futura attribuzione in campo europeo dei Living Labs e Lighthouses.

Per concludere, il mio auspicio è che si realizzi quella collaborazione corale e sistemica da tutti auspicata e della quale non solo si sente l’esigenza, ma senza la quale non si può più affrontare il mercato globale in continuo mutamento. Altre esperienze regionali di maggior successo dimostrano che non solo si può, ma si deve assolutamente fare. Certo per noi marchigiani, storicamente convinti e reiterati individualisti, questo può rappresentare un passo difficile e irto di ostacoli, sospetti e sfiducia, anche in base a esperienze negative passate, ma oggi, purtroppo, “il piccolo è bello” da solo non vince più.

Se invece ci specializziamo, ci sforziamo di fare rete, di favorire alleanze e di fare sistema – intorno al Cluster Agrifood per esempio – il nostro modello di sviluppo marchigiano, reso famoso dal Prof. Giorgio Fuà negli anni ’60 -’70, potrebbe rappresentare ancora una volta il modello vincente per l’agroalimentare della nostra regione.

Bruno Garbini (Presidente di Arca Srl Benefit)

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Gabriella Mazzetta
g.mazzetta@arca.bio
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