COSA SONO I SERVIZI ECOSISTEMICI?

I servizi ecosistemici costituiscono quella serie di servizi generati dai sistemi naturali a favore dell’uomo. Tra gli ecosistemi più importanti sulla Terra troviamo il suolo, che fornisce servizi fondamentali alla nostra sopravvivenza come

  • produzione di materie prime
  • fornitura di cibo
  • regolazione dei cicli idrologico e bio-geochimico, e filtraggio delle acque
  • mantenimento degli habitat e diversità genetica

Attraverso l’applicazione delle pratiche bio-rigenerative sviluppate da Arca, si può potenziare la capacità del suolo di generare i servizi ecosistemici che apportano benefici immateriali e indiretti per tutta la società. In questo modo si permette la rigenerazione dei beni essenziali quali Aria, Acqua e Suolo.

  • Carbon Farming: finora il suolo, perdendo la sua componente organica che è passata nelle Marche da un 2% medio del dopoguerra allo 0,9% attuale, ha contribuito ad aumentare la percentuale di anidride carbonica presente in atmosfera. Arca Benefit, grazie alle sue pratiche agronomiche, è auspicabile che venga inserita in un progetto di levatura europea volto a stabilire gli standard di misurazione della quantità di CO2 sequestrata dall’atmosfera e stoccata nel suolo (inversione di tendenza rispetto a quanto sopra). Secondo gli ultimi studi svolti negli Stati Uniti e in Europa, questo potrebbe rappresentare il primo Servizio Ecosistemico ad essere quantificato, riconosciuto e pagato all’Agricoltore bio rigenerativo.
  • Regolazione del ciclo biogeochimico: Il ciclo biogeochimico, o ciclo vitale, è il percorso seguito da un determinato elemento o composto chimico all’interno dell’ecosfera. I vari organismi viventi si scambiano elementi chimici mediante la catena alimentare e questo passaggio avviene ugualmente anche tra gli stessi organismi e l’ambiente esterno, secondo processi ben definiti. I cicli biogeochimici sono interconnessi tra di loro e i principali sono quelli dell’acqua, del carbonio, dell’ossigeno, dell’azoto, del fosforo e dello zolfo.
  • Minor consumo di energia fossile: l’uso di trattrici meno potenti e meno pesanti e di macchine più leggere per lavorazioni minime, o addirittura non lavorazioni, conseguenti all’attuazione delle pratiche bio rigenerative, comporta un risparmio dell’energia fossile impiegata.
  • Riduzione dell’erosione del suolo: mantenendo la sua superficie il più possibile coperta durante l’anno e incrementando la sostanza organica, se ne riduce l’erosione da parte degli agenti atmosferici.
  • Incremento della biodiversità ipogea: l’aumento della sostanza organica e dell’humus favorisce la proliferazione della biodiversità ipogea che, costituita da lombrichi, insetti, batteri, protozoi, funghi, ecc., rappresenta il 25% della biodiversità complessiva del pianeta.
  • Aumento del tempo di corrivazione delle acque e conseguente prevenzione delle alluvioni: l’acqua piovana non penetra in un suolo compatto e privo di sostanza organica, ma scorre veloce in superficie erodendo il suolo e alimentando flussi repentini delle aste fluviali. Invece, con l’aumento della sostanza organica, dell’humus e della biodiversità ipogea del terreno, si verifica una maggiore capacità di ritenzione idrica che rallenta la corsa dell’acqua di superficie verso il mare. Il tempo di corrivazione, infatti, è il tempo impiegato da una goccia di pioggia caduta a terra nel punto più lontano del bacino idrografico, per arrivare al mare. Facendo aumentare quindi questo tempo si contribuisce a prevenire le alluvioni.
  • Aumento della capacità di filtraggio del suolo e conseguentemente della qualità e della conservazione delle acque di falda: un suolo a maggiore contenuto di sostanza organica e di humus rispetto all’attuale filtra con più efficacia le acque che penetrano in falda, contribuendo a migliorare la qualità e la quantità dell’acqua potabile.
  • Riutilizzo quota FORSU: attraverso la concimazione organica, l’agricoltura bio rigenerativa riassorbe nel terreno il digestato risultante dalla produzione di biometano da FORSU proveniente dalla raccolta differenziata. Potrebbe contribuire così, in maniera utile, all’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti.
  • Energia pulita da biomasse animali e vegetali: ogni animale o pianta possiede una determinata quantità di energia al suo interno, solitamente sotto forma di carboidrati (amidi, zuccheri e cellulosa). L’insieme dei resti e del prodotto di scarto che questi esseri viventi rilasciano a fine ciclo viene definito materia organicae consente di generare energia termica o elettrica. Le biomasse vengono incluse nell’insieme delle energie rinnovabili, in quanto contengono energia proveniente dal sole.
  • Produzione alimentare di qualità: i cibi provenienti dalle pratiche agricole bio rigenerative, contribuendo al ripristino delle condizioni ottimali per un suolo sano e dunque un ruolo ambientale di primo piano, riacquistano sostanze, principi e nutrienti oggi perduti, a causa di un’agricoltura intensiva e depauperante delle risorse, a tutto vantaggio di una aumentata salubrità e di un gusto più ricco ed equilibrato.
  • Tutela del paesaggio e della biodiversità epigea: l’adozione delle cover crops e delle consociazioni apporterà notevoli variazioni, secondo noi migliorative, al paesaggio agricolo, poiché saranno impiegati, nei miscugli delle cover, semi di piante oggi pressoché desueti. Nella tecnica consociativa, invece, verranno abbinate nello stesso appezzamento di terreno colture cerealicole con vari tipi di leguminose. Particolare risalto merita l’adozione della bulatura, antica tecnica di consociazione tra un cereale (orzo o frumento) e una leguminosa (trifoglio o erba medica) praticata in primavera. La fioritura di queste tipologie di piantagioni consociate costituirà un fenomeno visivo completamente nuovo per le nostre colline. Inoltre, l’adozione delle tecniche di lavorazione minima, senza l’inversione dello strato pedologico e con i residui delle precedenti colture lasciati in loco a copertura del terreno, cambierà ulteriormente la visione dei campi, che non saranno più arati con tecniche profonde come eravamo abituati ad osservarli prima. Infine, il reimpiego massivo di sulla, veccia, senape, ravizzone, ecc. aumenterà considerevolmente la biodiversità di essenze a disposizione degli impollinatori e della fauna selvatica.
  • Regolazione del Microclima: esso si riferisce a una zona climatica locale ed è determinato dalla presenza di peculiari elementi topografici, orografici e geomorfologici. Il complesso delle condizioni climatiche esistenti nella vicinanza immediata del suolo, sino ad un’altezza di due metri, è determinante per lo sviluppo e il benessere della vegetazione con evidenti ricadute positive nei confronti degli animali e degli umani, in particolare quando si adottano colture strip cropping (colture a strisce).

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