La Bioeconomia circolare e rigenerativa

La bioeconomia è una teoria proposta da Nicholas Georgescu-Roegen, matematico, economista e statistico rumeno del ventesimo secolo, per un’economia responsabile e consapevole dei bisogni sociali e dei limiti ecologici.

La bioeconomia, nello specifico, consiste nella produzione e nell’utilizzo sostenibile ed innovativo di risorse biologiche rinnovabili, quali ad esempio la biomassa, e nella loro trasformazione in beni e servizi. Secondo questa determinata prospettiva, per biomassa si intende la componente biodegradabile dei prodotti, rifiuti e scarti di origine biologica derivanti da animali e piante. Tale frazione biodegradabile viene poi usata per produrre cibo, materiali ed energia.

Una sana e corretta bioeconomia dovrebbe dunque risultare circolare e sostenibile, ossia in grado di ottimizzare e valorizzare il potenziale dei rifiuti di natura organica, evitare o quantomeno ridurre sensibilmente gli sprechi e rispettare la condizione limitata delle risorse biologiche.

L’ambiziosa volontà è quella di riconciliare armonicamente economia, ambiente e società.

Si scrive bioeconomia, ma si legge Progetto ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente).

La filosofia del Progetto ARCA, infatti, si basa sugli stessi principi essenziali della teoria economica promossa da Georgescu-Roegen: assenza di sprechi, circolarità, coscienza dei limiti ambientali, innovazione, conoscenza, cura e tutela della natura.

Ma vi è anche di più di questa sorprendente affinità concettuale, ovvero la comune consapevolezza del ruolo, decisivo e determinante per la vita di ognuno di noi, giocato dal suolo, capitale naturale di estrema e primaria importanza.

Il suolo, infatti, ospita un quarto della biodiversità del pianeta, ma oggi, a causa di una gestione sconsiderata e di uno sfruttamento eccessivo di questa risorsa vitale (in particolare negli ultimi 150 anni), si stima che il 33% dei suoli, a livello mondiale, sia degradato.

L’obiettivo finale del Progetto ARCA, perfettamente coincidente con quello della bioeconomia, è di rigenerare il suolo, ossia di restituirgli fertilità e vitalità, arricchendolo di minerali e di sostanza organica e mantenendolo in salute in termini di microflora, microfauna e humus disponibile.

I benefici derivanti dalla rigenerazione del terreno sono notevoli: oltre ad un considerevole incremento della biodiversità, un terreno sano detiene la capacità di trattenere l’anidride carbonica, che altrimenti andrebbe dispersa nell’atmosfera sotto forma di emissioni, contribuendo in maniera significativa a contrastare l’allarmante crisi climatica globale odierna.

Infine, è doveroso sottolineare che un terreno effettivamente sano, oltre a favorire e migliorare il benessere dell’ambiente che ci circonda e dell’intero ecosistema, è il migliore garante possibile per un cibo assolutamente salubre e salutare.

Ritornano prepotentemente le tematiche della circolarità e dell’interconnessione.

Tutto però parte dalla terra e, per comprendere appieno questa sempiterna verità, è bene far parlare direttamente Wendell Berry, scrittore, poeta ed ambientalista statunitense: “Il suolo è il grande connettore della nostra vita, la fonte e la destinazione di tutti noi”.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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