Quale Umanità dopo il Coronavirus?

Dopo aver ragionato sulla situazione attuale e sul necessario approccio da attuare per affrontarla con serenità e consapevolezza, è doveroso ora cominciare a riflettere sul dopo.

Sì, perché un dopo Coronavirus ci sarà, di questo possiamo e dobbiamo esserne certi!

Questa granitica certezza ci infonde ottimismo e speranza, ma al tempo stesso ci obbliga ancora a pensare: che ne sarà dell’intera Umanità una volta che la tempesta si sarà finalmente placata?

Dal momento che, volenti o nolenti, l’emergenza critica che stiamo vivendo sta modificando alla radice le nostre abitudini e, almeno in parte, il nostro essere, la vera domanda da porsi è la seguente: riusciremo effettivamente a cambiare o, ancora una volta, prevarranno sul nostro volere ( è bene ricordarsi che volere è potere) i pregiudizi, le convenzioni e gli stereotipi?

Naturalmente non conosciamo già la risposta, ma è qui che si gioca lo snodo decisivo della riflessione: per poter incidere e lasciare un’impronta significativa sulla realtà che ci circonda, dobbiamo innanzitutto agire su noi stessi e diventare, in prima persona, i fautori del cambiamento che desideriamo si avveri.

Qualora riuscissimo a cambiare, crescere, migliorarci intellettualmente e spiritualmente, conferire il giusto peso a ciò che realmente dovrebbe averlo, rivedere e rivalutare le nostre priorità, allora sì che avremmo avuto la meglio e vinto questa inquietante e al tempo stesso stimolante sfida lanciataci all’improvviso dal Coronavirus.

Questo nemico invisibile sta saggiando la nostra resistenza e la nostra capacità di trasformarla in resilienza, che significa far fronte e reagire positivamente ad un evento traumatico.

Dobbiamo dunque persuaderci e convincerci che questa situazione altro non è che una possibilità per reinventarci e rigenerarci!

D’altronde anche Einstein la pensava esattamente così: “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”.

Nonostante le imposizioni e le costrizioni, oggi particolarmente pressanti e vincolanti, non dobbiamo mai permetterci di dimenticare la condizione che ci rende, a pieno diritto, esseri umani: la Libertà.

Può sembrare paradossale parlare oggi di libertà, ma è pur sempre vero che il nostro spirito e la nostra coscienza sono liberi: di immaginare, di sognare, di creare.

Come amava dire Pico della Mirandola, grande umanista e filosofo italiano del quindicesimo secolo dopo Cristo, l’uomo è artefice del proprio destino e della propria fortuna.

Siamo noi, infatti, i padroni del nostro futuro e del futuro del pianeta e abbiamo il sacro dovere e la responsabilità di modellarci e di plasmare la realtà che ci circonda, sempre nel rispetto dei nostri limiti e dei limiti insormontabili della natura, in modo tale da lasciare in eredità alle generazioni a venire un mondo dove vivere, e non solamente sopravvivere, in armonia e in equilibrio con un ambiente che sia sano, salubre e salutare.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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