SOLUZIONI PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN VITICOLTURA

Come riportato dall’articolo “Climate change, wine, and conservation”[1] pubblicato sulla rivista “PNAS”, la viticoltura è uno dei settori che sta risentendo di più dei cambiamenti climatici con un impatto sostanziale.

In Italia gli effetti del riscaldamento globale si sono fatti sentire attraverso l’aumento delle temperature, un’alterazione della distribuzione ed intensità delle piogge con il verificarsi di violenti nubifragi, un maggior rischio di insorgenza delle malattie e del numero di interventi fitosanitari necessari, aggravando perciò il fenomeno del compattamento del suolo.

Cambiamenti climatici: effetti sulla viticoltura

È soprattutto la produttività e la qualità delle uve raccolte a risentire di più dell’aumento delle temperature. Il caldo estivo intenso, sta portando ad una abbondante formazione di zuccheri nelle uve e alla degradazione dei fenoli, dei composti aromatici e di quelli acidi cioè, alla produzione di vini con gradazione alcoliche sempre più elevate allontanandosi alle tendenze ed esigenze dei mercati, oggigiorno più orientati verso vini freschi e con gradazioni alcoliche più basse.

Da qui la necessità e l’urgenza dei viticoltori italiani, di adottare i propri modelli colturali a nuove condizioni climatiche (L’informatore agrario n.11/2023[2]) garantendo sostenibilità, qualità e redditività delle loro produzioni.

Soluzioni innovative per contrastare i cambiamenti climatici: il caso New Vineyard

Tra le soluzioni applicabili per mitigare l’impatto del global warming troviamo l’adozione di nuove forme di allevamento della vite, la potatura tardiva per posticipare l’epoca di germogliamento, applicazione di prodotti schermanti come il caolino e una gestione innovativa del suolo.

Nel contesto viticolo marchigiano il progetto New Vineyard (finanziato dal PSR Marche 2014-2020), ha studiato differenti soluzioni in grado di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, come l’adozione del sistema di allevamento “High Cane”.

In questo sistema di allevamento, le viti presentano un numero maggiore di gemme nel capo a frutto, crescono ad una distanza maggiore dal terreno, la chioma presenta un limitato sviluppo in altezza ed è irraggiata da un livello di radiazione solare minore rispetto al sistema a guyot, diffuso nell’areale marchigiano. Di conseguenza nelle piante si è verificato un aumento della produzione, una maturazione più lenta delle uve, un incremento dell’acidità e un abbassamento del pH.

I risultati ottenuti da questo progetto sviluppatosi nelle Marche indicano quindi che l’adozione del sistema di allevamento “High Cane” può essere una soluzione valida per mitigare i cambiamenti climatici nei vigneti marchigiani.

Bibliografia

[1] “Climate change, wine, and conservation” di di: Lee Hannah, Patrick R. Roehrdanz, Makihiko Ikegami, Anderson V. Shepard, M. Rebecca Shaw, Gary Tabor, Lu Zhi, Pablo A. Marquet, and Robert J. Hijmans – pubblicato sulla rivista PNAS | April 23, 2013 | vol. 110 | no. 17 | 6907–6912. https://doi.org/10.1073/pnas.1210127110

[2] L’informatore agrario n 11/2023, Mitigare l’influenza del clima: le soluzioni in vigneto di D. Modina.



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