Spigolature marchigiane (4)

Staffolo…

affonda le sue radici addirittura nel mito di Teseo ed Arianna. Essi infatti generarono un figlio di nome Staffilo che pare fu lo scopritore, una volta divenuto pastore del re Oeneo dell’Etolia, delle proprietà dell’uva e quindi del vino. Staffilo, una volta unitosi ai Pelasgi del re Esio in partenza per la penisola italiana, si stabilì con essi alla foce del Po’, ma, schiacciati dalla potenza Etrusca in espansione, fuggirono a sud arrivando alla foce dell’Esino (da Esio, appunto). Qui Staffilo, grazie alle sue nobili origini, cominciò ad essere venerato come sacerdote pagano e poi come Nume. Non c’è concordanza, se con o senza di lui, ma i suoi compagni risalirono il fiume e arrivati all’altura di quella che sarebbe stata la moderna Staffolo la giudicarono un luogo perfetto per la coltivazione della vite. Lo scoprirono in seguito anche i Dori di Ancona e Numana che allietarono le libagioni con questo antico Verdicchio.

Massimiliano Montesi (fonti: pubblicazioni “Vallesina Misteriosa” e “Sotto il cielo del San Vicino”)

 

Un museo da ascoltare?

Lo troviamo a Macerata Feltria.

Qui sono infatti conservati alcuni reperti preziosi di apparecchi radiofonici d’epoca (dagli anni ’20 agli anni ’60), tra cui il primo trasmettitore radiotelegrafico a scintilla messo a punto da Guglielmo Marconi.

La collezione deve moltissimo alla donazione di Carlo Chiuselli, un uomo follemente innamorato dell’apparecchio.

Massimiliano Montesi

 

Le cisterne romane di Fermo

Il complesso delle Cisterne Romane costituisce un’unicità nel territorio marchigiano. Forse voluto da Cesare Ottaviano Augusto nel I sec. d.C., il complesso è costituito da trenta sale voltate per una superficie di circa 2.200 metri quadri.

Massimiliano Montesi

 

Enrico Cecchetti…

fu un ballerino e coreografo di origine marchigiana. I suoi erano di Civitanova Marche, nacque nel 1850 in un camerino del Teatro Apollo, a Tor di Nona, a Roma. E’ morto a Milano nel 1928. I suoi genitori erano ballerini professionisti. Prima scena a 5 anni. In seguito fu artista acclamato nei più prestigiosi teatri del mondo da Milano a New York, a Londra, fino in Russia.

Inventò il metodo per la danza chiamato appunto Cecchetti, valido e adottato ancora oggi in tutto il mondo.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Iosif Stalin…

giovane rivoluzionario, approdò ad Ancona, contattato dagli anarchici locali, ed ivi risiedette lavorando anche come portiere all’hotel Roma e Pace. Ma lo licenziarono a causa del suo carattere introverso e cupo non adatto alle public relations.

Magari lo avessero assunto a tempo indeterminato…

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Il libro del Comando…

indica un libro o una serie di libri occulti (in qualche caso addirittura scritti dal demonio stesso!) alla cui leggenda si credeva nelle campagne marchigiane. In esso erano contenute le formule per chiedere qualsiasi favore al demonio, naturalmente dopo aver stipulato il fatidico patto. Era in voga nel mondo contadino e montanaro perché esso è soggetto ai capricci della natura, una cattiva annata significava anche non mangiare, e quindi, esaurite le preghiere, ci si raccomandava a quel “qualcuno”.

La cerimonia della consacrazione avveniva in montagna, in luoghi ameni e misteriosi.

Le pagine del “nostro” sarebbero state consacrate al diavolo nelle acque del lago di Pilato.

Massimiliano Montesi

 

I Papi marchigiani…

sono 10. Ecco i loro nomi:

Pietro Romano Sicco di origini Picene nel fermano che fu Giovanni XVIII.

Girolamo D’Ascoli di Lisciano vicino ad Ascoli che fu Papa Niccolò IV.

Marcello Cervini (probabilmente) di Montefano che fu Papa Marcello II.

Giovanni Pierluigi da Palestrina gli dedicò una messa (Missa Papae Marcelli), unica dedicata a un Papa dal prestigioso polifonista.

Felice Peretti di Grottammare che fu Papa Sisto V: “Dè Vicari di Cristo, non s’è mai visto un Papa tosto, un Papa matto come Papa Sisto”.

Detto anche “Er Papa tosto”, poiché il suo impatto sull’aspetto della città di Roma fu forte come anche il suo pugno nell’amministrare la giustizia.

Ippolito Aldobrandini di Fano che fu Papa Clemente VIII.

Gianfrancesco Albani di Urbino che fu Papa Clemente XI: il Papa “dotto”.

Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli di origini vadesi (zona di Sant’Angelo in Vado) che fu Papa Clemente XIV.

Annibale Sermattei della Genga di Monticelli di Genga che fu Papa Leone XII.

Francesco Saverio Castiglioni di Cingoli che fu Papa Pio VIII: deliberò che per ogni ulivo messo a dimora nelle campagne di Cingoli si doveva elargire cinque Paoli al contadino che lavorava quella terra.

“Er Papa brutto”, a conferma del “simpatico cinismo” dei romani.

Infine Giovanni Maria Mastai Ferretti di Senigallia che fu Papa Pio IX.

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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