new vineyard

GESTIONE SOSTENIBILE DEL SUOLO IN VITICOLTURA

Adozione di inerbimenti in vigneto

L’adozione di inerbimenti naturali o artificiali, di specie erbacee a ciclo annuale negli interfilari del vigneto, rappresenta una tecnica ormai molto diffusa in numerose realtà viticole italiane. I dati testimoniano che le superfici viticole inerbite in Italia sono aumentate nel corso degli ultimi anni passando dal 10,8% nel 1982 al 30% del 2008 (Istat, 2008) con una tendenza ad espandersi ulteriormente.

L’adozione dell’inerbimento offre diversi servizi ecosistemici al vigneto.

Innanzitutto, svolge una funzione di protezione del suolo dall’erosione[1] e contribuisce a promuovere le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del terreno[2].Tra le caratteristiche fisiche, si assiste a un miglioramento della struttura del terreno, in particolare aumenta la porosità e la portanza del terreno (la capacità di sostenere delle sollecitazioni di compressione verticale dovute ad un carico sovrastante) mentre, per quanto riguarda le caratteristiche chimiche e biologiche, la presenza del cotico promuove l’accumulo di sostanza organica [3]. Inoltre, l’adozione dell’inerbimento comporta il potenziamento della biodiversità degli entomofagi utili e l’innesco di fenomeni di competizione con le viti per acqua e nutrimenti. Questi fenomeni di competizione, permettono di contenere la vigoria della vite con ripercussioni positive anche sulla produzione.[4] Infatti il contenimento del vigore comporta una minor sviluppo della vegetazione con una

conseguente maggiore esposizione dei grappoli e una minore insorgenza di malattie.

Cover crops in vigneto: il caso New Vineyard

Nelle Marche il progetto New Vineyard, finanziato dal PSR Marche 2014-2020, ha testato differenti tipologie di inerbimenti nei vigneti di Verdicchio, studiandone gli effetti sulla vigoria della pianta e sulla composizione e grado di maturazione delle uve. Il progetto ha messo a confronto gli inerbimenti artificiali costituiti da un mix di leguminose e graminacee con l’inerbimento naturale, caratterizzato principalmente da graminacee.

I risultati di questo confronto hanno evidenziato come l’inerbimento artificiale ha portato ad un ritardo della maturazione delle uve e non è entrato in competizione con la vite per acqua e nutrimenti a differenza di quello naturale, in cui si ha una maggiore competizione per la presenza di sole graminacee. D’altra parte però, l’inerbimento naturale ha garantito una elevata percentuale di copertura del suolo quindi, una elevata protezione contro i fenomeni erosivi.

Il progetto ha perciò confermato che l’adozione di inerbimenti nel vigneto apporta benefici servizi ecosistemici per l’ambiente, è che rappresenta una buona strategia di mitigazione ai cambiamenti climatici, in grado quindi, di rendere il vigneto più resiliente.

 

Bibliografia

[1] Battany, M. C., and M. E. Grismer. “Rainfall runoff and erosion in Napa Valley vineyards: effects of slope, cover and surface roughness.” Hydrological processes 14.7 (2000): 1289-1304.

[2] Mattii G.B. e Ferrini F., 2005. La gestione del suolo. In: M. Marenghi (ed) Manuale di Viticoltura – impianto, gestione e difesa del vigneto. Ed. Agricole, BO, I, 157-171

[3] Morlat R. and Jacquet A., 2003. Grapevine Root System and Soil Characteristics in a Vineyard Maintained Long-term with or without Interrow Sward. Am. J. Enol. Vitic.,54 (1), 1-7

[4] Celette F., Wery J., Chantelot E., Celette J. and Gary C., 2005. Belowground interactions in a vine (Vitis vinifera L.)-tall fescue (Festuca arundinacea Shreb.) intercropping system: water relations and growth. Plant and Soil 276, (1-2), 205-217.

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