20 Ott SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO: COME PERCEPIAMO IL CIBO OGGI
Nel mondo odierno, il cibo non rappresenta più una mera necessità biologica, ma un elemento centrale nell’identità e nell’espressione culturale e sociologica delle persone. L’avvento dei media e dei social networks ha amplificato questa dinamica, trasformando il cibo in una vetrina digitale. Tuttavia, per far sì che questa spettacolarizzazione permessa dal mondo digitale venga sfruttata in modo positivo, è necessario promuovere una concezione olistica del cibo. Infatti, il cibo deve poter comprendere la dimensione socio-culturale, ma anche quella ambientale (con tutti gli effetti sul suolo e sulla società). In questo articolo, esploreremo perciò la concezione del cibo come identità culturale e sociologica, per concludere con la visione olistica promossa dal Progetto Arca.
Il Cibo come Identità Culturale e Sociologica
Levi Strauss sosteneva che il cambiamento “ontologico” del cibo avviene con l’invenzione del fuoco. Secondo l’antropologo, infatti, il fuoco è ciò che ha reso umani gli umani, permettendogli di cuocere il cibo manipolando così la natura e creando un momento di unione. Da qui proviene ad esempio il momento della cena, un’occasione relazionale, intima e di condivisione tra membri di una stessa comunità, piccola o grande che sia (Fondazione Barilla). Non a caso tutti i popoli socializzano e festeggiano con il cibo, creando un momento di convivialità che supera qualsiasi tipo di differenza. Il cibo diventa dunque una manifestazione tangibile delle nostre radici culturali e delle dinamiche sociali che permeano la società. Ogni piatto racconta una storia, portando con sé secoli di tradizioni e influenze. Ma non solo: il cibo, come si intende oggi, è anche (e forse soprattutto) veicolo di emozioni. Coinvolge infatti tutti e 5 i sensi ed assume una valenza simbolica a seconda di chi lo cucina (come la tipica crostata della nonna), dove lo cucina e come lo cucina. Il cibo è anche trasmissione di valori, definisce una famiglia in quanto incarna abitudini alimentari, usi e preferenze condivise che influenzano i membri durante la loro vita. In poche parole, “siamo ciò che mangiamo” come sosteneva Feuerbach. (Turismo e Psicologia)
La spettacolarizzazione del cibo nel mondo odierno
L’introduzione nelle nostre vite dei media come la tv e successivamente dei social media ha influenzato prepotentemente le nostre vite, cambiando il nostro modo di guardare il mondo e noi stessi. Il cambiamento ha inevitabilmente coinvolto anche il modo in cui concepiamo il cibo, che oggi è onnipresente nelle nostre bacheche virtuali. Anche i tanti programmi tv dedicati alla cucina hanno contribuito a far diventare il cibo un momento di spettacolo, una vetrina che lo mette al centro delle nostre vite facendolo diventare un prodotto come tanti altri. Di qui cambia anche l’approccio al cibo, un’esperienza full-immersion (chiamata food experience) che (troppo) spesso permette anche a chi non è esperto del mondo gastronomico di dare giudizi su ciò che sta assaggiando.
L’esperienza gastronomica diventa quindi un mezzo di intrattenimento, talvolta forse un’illusione (vedasi la famiglia felice di Mulino Bianco), sminuendo quell’esperienza di pura e sana convivialità (intesa come vivere insieme un momento) tipica delle famiglie di una volta.
Il Progetto ARCA e la visione olistica del cibo
Nonostante il cibo sia considerato oggi un prodotto alla stregua di un qualsiasi oggetto, il fatto che esista un luogo virtuale in cui i consumatori possono informarsi e scoprire nuove cose è un fattore molto positivo. Difatti, quando andiamo al supermercato oggi giorno siamo in grado di fare scelte più informate, più sane per la nostra salute e per l’ambiente.
Questo è anche ciò che cerca di promuovere Arca fin dal suo concepimento: la concezione che mangiare sia un atto agricolo e le scelte che ne conseguono contribuiscono alla costruzione di un corretto equilibrio globale tra cibo e ambiente in una visione olistica. Il sistema agroalimentare è infatti un sistema complesso, composto da molteplici attori strettamente interconnessi, come il suolo, l’ambiente e la società. In questo sistema, agricoltore e utilizzatore finale devono essere allineati sullo stesso obiettivo: il riconoscimento che le scelte quotidiane hanno un impatto diretto su di noi e sul Pianeta di cui siamo ospiti. Il nostro è un dovere che ci impone moralmente e socialmente di ristabilire un equilibrio armonioso tra benessere individuale, sociale e ambientale all’insegna di quel sano piacere della condivisione e della convivialità.
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