Il liutaio

Ho ascoltato i violoni in accompagnamento alle voci che cantavano “il maggio” nelle campagne fabrianesi. Strumenti fatti in casa d’inverno, con i legni domestici stagionati a dovere, con le corde di budella dell’agnello sacrificato a Pasqua.

Ho sentito il violino di Lillo, genius loci di Mondolfo, nella falegnameria di via Vandali. L’eccentrico artigiano è l’unico al mondo in grado di approntare l’attrezzeria per il gioco del pallone col bracciale.

La sfera è di pelle, trattata e cucita secondo rigorose indicazioni. Ha consumato 4 pelli di vacca per fare la prima! Il bracciale è innanzitutto opera d’arte: un cilindro di noce con 106 fori in cui vengono conficcate altrettante punte di sorbo, durissimo ed elastico. Un istrice, il bracciale, dagli aculei poderosi.

Lillo costruisce violini, nella sua bottega di Mondolfo, più per passione che per altro.

La vera storia della liuteria marchigiana è d’impronta ascolana e pesarese.

Gli strumenti a corda trovarono largo impiego in ogni ceto della società regionale fino alla fine dell’800. L’organetto, sostegno del canto e del ballo, è nato nel 1863.

Per tre secoli, nelle nostre campagne e nelle case dei nobili gli strumenti d’uso erano violini, mandole, chitarre, viole.

Il primo nome importante nel settore della liuteria regionale è quello del Villan d’Ascoli, certo Giuseppe Odoardi, i cui prodotti vennero acquistati, a prezzi molto elevati, dalla scuola musicale tedesca.

Siamo nella seconda metà del ‘700. Due secoli prima, nella città di Cecco, Giandomenico Poli sfornava pezzi d’alta liuteria. Poi altri nomi “fecero” in Ascoli: i Galeazzi, i Desideri, i Ciarma, i Celani, i Giammarini, i Baiocchi, i Santini, i Fabiani, i Paci ecc.

In tempi di grandi risvegli musicali, anche l’imprenditoria strumentistica dovrebbe conoscere una nuova primavera. E’ vero, non ci sono più botteghe per l’apprendistato, ma le Marche sono ancora terra d’armonia, o no?

Massimiliano Montesi (da un testo di Terenzio Montesi per la pubblicazione “Marche: l’Italia che fa”)



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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