25 Gen IL PROGETTO NEW VINEYARD RACCOGLIE I SUOI FRUTTI
New Vineyard: soluzioni per la fragile situazione del settore vitivinicolo
«Troppo vino disponibile in Ue, con produzione, consumi, import ed export stimati in ribasso, scrive la Commissione europea nel suo outlook d’autunno per i mercati agricoli […]. Nel complesso, i mercati agricoli europei stanno dando qualche segnale di parziale ritorno alla stabilità. Tuttavia, la situazione «resta fragile» a causa dei problemi legati al meteo, alla congiuntura di mercato e alle epidemie del comparto degli allevamenti. In particolare, per il settore vitivinicolo, il servizio agricoltura di Bruxelles evidenzia una produzione 2024/25 in leggera diminuzione (-1%), proprio per il meteo e per le fitopatie, al di sotto di circa il 7% rispetto al livello medio quinquennale.» [1]
Queste parole ci offrono una fotografia chiara della delicata situazione in cui versa il settore vitivinicolo negli ultimi tempi, evidenziando un aumento dei danni da scottature che avvengono in condizioni di eccesso di luce e temperatura a livello degli acini, e un incremento di fenomeni meteorici calamitosi come forti grandinate, anche su vasta scala, capaci di devastare interi areali con danni tali da compromettere la totalità della produzione in vigneto. Un altro aspetto da prendere in considerazione è la diminuzione dell’acidità titolabile delle uve, parametro importante nell’enologia perché contribuisce al gusto, alla freschezza e alla stabilità del vino. Durante la maturazione dell’uva, l’acidità tende a diminuire naturalmente poiché gli acidi, come il tartarico e il malico, vengono consumati o trasformati. Tuttavia una bassa acidità titolabile può indicare un grado avanzato di maturazione e può influire sulla qualità del vino prodotto, rendendolo meno fresco e potenzialmente più vulnerabile all’ossidazione e a problemi di conservazione.
Per trovare soluzioni sostenibili e praticabili a queste problematiche nasce il progetto New Vineyard, finanziato dal bando “Sostegno alla creazione e al funzionamento di Gruppi Operativi del PEI – Sottomisura 16.1 Azione 2” Annualità 2019 – PSR Marche 2014/2020 (fondi FEASR ), che persegue il duplice obiettivo di migliorare la produzione di uve biologiche in termini di qualità e quantità e di ridurre l’impatto ambientale del vigneto, implementando nuovi sistemi di allevamento della vite, introducendo reti schermanti e antigrandine e adottando nuove tecniche di gestione del suolo, in particolare gli inerbimenti multifunzionali a strisce.
I risultati parziali alla quarta annualità di progetto
L’obiettivo principale del progetto New Vineyard è rendere più efficiente la produzione di uve per ottenere vini di alta qualità, utilizzando tecnologie innovative e pratiche agronomiche avanzate, in modo sostenibile e rispettoso della biodiversità e degli agroecosistemi.
Le aziende agricole Edoardo Dottori e Fattoria Nannì di Roberto Cantori hanno messo a disposizione i loro vigneti per testare diverse tipologie di essenze erbacee nell’inerbimento multifunzionale a strisce (strip cover), per sperimentare il nuovo sistema di allevamento e gestione della vite, denominato high cane, con o senza l’uso delle reti schermanti grape net.
Nel sistema di allevamento high cane, le viti vengono mantenute a un’altezza tra 1,10 mt e 1,80 mt, garantendo una maggiore distanza dal suolo rispetto alle tecniche di allevamento tradizionali. Durante il progetto, si è osservato che l’innalzamento del filo portante ha facilitato la gestione del sottofila e il controllo della chioma, richiedendo un numero di interventi di cimatura che ha promosso lo sviluppo delle femminelle, in grado di mantenere un livello più alto di acidità nelle bacche, migliorare la freschezza e l’aroma del vino, rallentare la maturazione degli acini e mitigare il rischio di gelate primaverili tardive che possono compromettere la produzione. Inoltre, le femminelle creano una sorta di cappello ombreggiante che protegge i grappoli dalla radiazione solare e riduce il rischio di scottature. Le reti schermanti grape net, applicate alla chioma al termine dell’allegagione, svolgono una funzione simile: proteggono la parte produttiva da grandine e da condizioni atmosferiche estreme, ombreggiano i grappoli dalla luce diretta del sole, rallentando così la maturazione e contribuendo al miglioramento qualitativo delle uve. Oltre a questo, il progetto New Vineyard promuove la semina di piante fiorite nel sottofila e nell’interfila, creando una copertura vegetale multifunzionale, lo strip cover. Sono state selezionate diverse essenze erbacee per aumentare la biodiversità e migliorare la struttura, la conservazione e il contenuto di sostanza organica del suolo, limitando i fenomeni di erosione e il compattamento. In generale le pratiche sostenibili proposte da New Vineyard favoriscono il grado di biodiversità, riducono l’erosione e l’impatto ambientale del vigneto, grazie al limitato utilizzo di mezzi meccanici e combustibili.
L’attività di monitoraggio e la valutazione dell’efficacia delle azioni implementate ci hanno fornito risultati parziali molto interessanti in termini di produttività e di sostenibilità nella gestione delle risorse del vigneto.
Il nuovo sistema di allevamento high cane ha modificato significativamente lo sviluppo, la dimensione e la morfologia della chioma delle viti. In particolare, a differenza della chioma alta e poco spessa delle viti del tradizionale sistema Guyot, le viti high cane hanno mostrato una chioma bassa e spessa, con un numero maggiore di tralci di lunghezza inferiore rispetto al Guyot. L’innalzamento del filo portante ha aumentato anche il numero di gemme per vite, quindi un incremento di produzione per ceppo. Inoltre, il capo a frutto più alto, ha impattato positivamente sul benessere dei lavoratori, rendendo più agevoli le operazioni manuali e garantendo una postura corretta in tutte le fasi di lavoro.
Il dispositivo grape net, impiegato durante il triennio di prove, ha ridotto l’incidenza della radiazione solare sulla chioma e sulla fascia produttiva, proteggendo i grappoli da scottature, rallentando l’accumulo di zuccheri nelle bacche e la degradazione degli acidi, soprattutto nelle fasi più precoci della maturazione, senza compromettere l’accumulo di carboidrati nel legno, misurati tramite il peso di potatura. La protezione della zona fruttifera si è rivelata molto importante soprattutto per la grandine, caduta con grande intensità nel mese di agosto 2023, limitando i danni sui tralci delle viti e garantendo la piena funzionalità fino a fine del ciclo.
L’introduzione dello strip cover, l’inerbimento controllato multifunzionale a strisce, composto da specie erbacee tra cui le leguminose, ha garantito una copertura costante del suolo, contribuendo alla sua conservazione e riducendo l’erosione. Questa pratica agricola ha favorito la complessità della micro e mesofauna, ha potenziato la resilienza dell’agroecosistema vigneto, favorendo anche il sequestro di anidride carbonica. Grazie alla presenza delle leguminose, le viti hanno beneficiato di un incremento dell’azoto prontamente assimilabile, fondamentale per la nutrizione dei lieviti e per una fermentazione alcolica ottimale nel processo di vinificazione.
In generale questo approccio ha migliorato la fertilità del suolo e lo sviluppo vegetativo delle viti, infatti l’incremento del peso del legno di potatura testimonia l’effetto positivo delle leguminose utilizzate nella gestione conservativa del suolo, che fissando e rendendo disponibile l’azoto hanno stimolato la vigoria delle piante.
Nel breve periodo il sistema di allevamento high cane, il dispositivo grape net e l’inerbimento controllato multifunzionale a strisce strip cover, rappresentano efficaci soluzioni di adattamento al cambiamento climatico. Nel lungo periodo, l’inerbimento controllato multifunzionale a strisce strip cover, contribuendo al sequestro di anidride carbonica dall’atmosfera, si configura come una misura innovativa di mitigazione del cambiamento climatico, applicabile su larga scala.
Il progetto New Vineyard e la ricaduta concreta nel contesto marchigiano
New Vineyard è un progetto d’innovazione e d’avanguardia rilevante nell’ambito dell’agroecologia biorigenerativa, un settore in cui il progetto A.R.C.A. (Agricoltura Rigenerazione Controllata Ambiente), avviato in Italia negli anni ‘80, ha svolto un ruolo pionieristico. Infatti Arca assieme al Rodale Institute, sono stati i primi al mondo a parlare di rigenerazione e di un’agricoltura che rispetta i cicli naturali. Oggi Arca S.r.l. Benefit è un centro studi di agroecologia biorigenerativa e si pone come l’anello di congiunzione tra scienza e agricoltura, che trasforma i dati scientifici in pratiche e tecniche agricole per produrre cibo sano da suoli rigenerati e in salute.
Le tematiche centrali di Arca, la sostenibilità ambientale, la rigenerazione del suolo, il miglioramento della fertilità, la circolarità e la promozione di un’etica sociale, economica e ambientale sono perfettamente in linea con gli intenti e gli obiettivi del progetto New Vineyard, in cui Arca S.r.l. Benefit è coinvolta nella realizzazione delle attività di animazione e divulgazione dei risultati del progetto, in collaborazione con la Marca di Ancona CIA SRL. A completare il gruppo operativo, composto da esperti del settore viticolo biologico, vi sono l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) ente pubblico di ricerca e le aziende agricole Fattoria Nannì di Roberto Cantori e l’azienda agricola Dottori Edoardo.
Tramite l’aiuto e le indicazioni di UNIVPM, responsabile del controllo e della verifica delle attività sul campo, oltre che della raccolta e dell’elaborazione dei dati sperimentali, entrambe le aziende sono state incaricate del campionamento degli acini, oltre che della raccolta e registrazione dei dati relativi alla produzione e alla qualità delle uve.
Attraverso l’uso di strumenti digitali (sensori, droni, modelli predittivi), approcci scientifici, attività di ricerca e sviluppo, come il monitoraggio climatico e ambientale, l’analisi della composizione delle uve e la gestione del suolo, New Vineyard ambisce a migliorare la resa e la qualità delle uve, bilanciando i livelli di acidità e zuccheri. Inoltre, si propone di ridurre l’impatto ambientale grazie a tecniche sostenibili per la gestione delle risorse idriche, alla riduzione dei trattamenti chimici e all’aumento dell’efficienza energetica. Infine, l’analisi dei dati ambientali consente di adattare la produzione ai cambiamenti climatici.
Le attività di divulgazione hanno amplificato la risonanza del progetto, suscitando un notevole interesse tra tecnici e produttori del settore vitivinicolo, che ne riconoscono il valore per la sostenibilità produttiva, economica, ambientale e sociale della viticoltura marchigiana. Le innovazioni proposte da New Vineyard sono applicabili a vari tipi di aziende viticole e vitivinicole di grandi e piccole dimensioni, contribuendo a ridurre l’erosione su terreni collinari e montani, che costituiscono il 90% della superficie viticola marchigiana. Questo modello ha il potenziale per essere esteso a tutta la superficie viticola regionale e a livello nazionale, con l’area DOC del Verdicchio come esempio pilota.
Il progetto promuove la conversione al biologico, rafforzando la posizione delle Marche tra le principali regioni italiane ed europee per la viticoltura biologica.
Bibliografia:
- “Il calo dei consumi di vino non finirà a breve. Le stime della Commissione Ue certificano la fragilità del settore” – Gambero Rosso (9 Ott 2024)
- Sezione del sito web di Arca Srl benefit, dedicata al progetto New Vineyard
- Sito web ufficiale del Progetto New Vineyard
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