Il suolo: una nuova consapevolezza in aiuto del pianeta

Quello seguente vuol essere l’incipit di una serie di articoli che parlano della vita nel suolo, la parola chiave del Progetto ARCA, Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente.

Il primo di una lunga serie, che parte oggi, a introdurre i successivi che saranno redatti da ricercatori ed esperti, pionieri di un sapere in gran parte sconosciuto ai più.

Il suolo, nuovo protagonista del triangolo della vita, insieme ad aria e acqua.

Ed ecco l’obiettivo: rendere consapevoli e responsabili le persone in merito a una materia “sommersa”, ma che incide fortemente sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e soprattutto su quella di tutti i nostri cibi.

Per dirla con Wendell Berry: “Il suolo è il grande connettore della nostra vita, la fonte e la destinazione di tutti noi“.

Soffermiamoci un attimo.

Chi di noi non ha mai pensato al suolo come risorsa inesauribile, scontata e con semplici funzioni di supporto?

E invece no, il suolo è una cosa viva, non è infinito, anzi la sua parte più attiva (fertile) è di appena 30 centimetri. Trenta centimetri che se ne stanno andando.

Oggi, la rinnovata attenzione di tutto il mondo nei confronti della sostenibilità dell’agricoltura forse permetterà di ascoltare il suo grido di dolore e renderà giustizia al nostro protagonista.

Il suolo è ricco di biodiversità, o almeno dovrebbe esserlo! Noi possiamo (speriamo!) osservare a occhio nudo solo alcuni dei maggiori (ovviamente per le dimensioni) bioindicatori della sua salute, come i lombrichi quali trasformatori e movimentatori del terreno. Tuttavia, ulteriori indicatori della salute del suolo sono anche altri organismi come le api, i bombi e gli altri impollinatori, che traggono il nettare per il proprio sostentamento (ma anche per il nostro…) dai fiori delle piante in esso radicate.

A livello più microscopico, invece, che succede?

Microflora, microfauna, virus: in un cucchiaino da caffè di suolo ce ne sono miliardi e miliardi. Tutti con una funzione ben precisa.

In effetti un quarto della biodiversità dell’intero pianeta risiede proprio nel suolo.

Noi uomini, gli esseri intelligenti e dotati di razionalità, lo abbiamo dimenticato. L’unica scusa buona è che ce ne siamo allontanati andando a vivere nelle città, perdendone il contatto e i profumi.

Fuggendo dalle campagne, ove invece sino a un certo punto i vecchi agricoltori ne garantivano la rigenerazione e la biodiversità. Non era ecologismo ma necessità. Un tempo si diceva: la terra? bassa e dura. Ma bisognava pur mangiare. E veniva nutrito anche il suolo. Anche gli antichi romani lo sapevano: la parola letame (laetamen) è legata al significato di “terra lieta”, ovvero fertile. In pratica l’importanza della concimazione organica.

Oggi possiamo scegliere, aiutati dalle nuove tecnologie “buone”, dalla consapevolezza e dalle scelte quotidiane. Quando facciamo la spesa scegliendo determinati prodotti anziché altri, quando ricicliamo i rifiuti, quando pensiamo a cosa lasceremo ai nostri figli, quando rinunciamo a qualcosa per un bene comune più grande.

Per fortuna, con un certo ritardo, ma meglio di niente, stanno arrivando finalmente i primi segnali della sua riscoperta e i primi ambasciatori, tra cui Arca Benefit, se ne sono fatti carico.

A questo punto vi sarete chiesti cosa rappresentano le foto appaiate in testa all’articolo.

Oltre alla provocazione: quella di sinistra è una galassia al telescopio, quella di destra è uno spaccato al microscopio della vita nel suolo.

L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo in un’affascinante analogia.

Noi, il cosmo e il suolo, insieme per la vita.

In fondo, non siamo forse tutti fatti della stessa sostanza delle stelle?

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
No Comments

Post A Comment

Top