22 Mag Le nostre soluzioni sono nella natura
Oggi, 22 maggio, si celebra la Giornata Internazionale della Biodiversità.
La giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel dicembre del 2000 con due obiettivi principali:
- valorizzare la diversità biologica;
- renderci consapevoli delle problematiche connesse alla biodiversità.
Sì, perché da sempre la diversità è ricchezza e in natura essa consiste in una varietà di ecosistemi che ospitano una varietà di interazioni tra specie animali e vegetali. Fino a oggi sono state descritte circa 1 milione e 750 mila specie, ma in realtà si ipotizza che ne possano esistere almeno tra i 2 e 7 milioni, per alcuni scienziati addirittura oltre 12 milioni.
Ma questa ricchezza ormai rischia di sparire sempre di più. La natura, infatti, a causa dell’attività dell’uomo viene distrutta a un ritmo da cento a mille volte più veloce della media degli ultimi 10 milioni di anni. Secondo l’autorevole rivista scientifica mondiale Nature, se il riscaldamento globale dovesse continuare con il ritmo odierno, entro la fine del 21esimo secolo scatterà un allarme estinzione per il 73% delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Un fenomeno al quale dobbiamo porre molta attenzione, dal momento che la perdita di biodiversità viene anche vista come uno dei fattori scatenanti di epidemie virali come quella del Covid-19. Secondo un recentissimo rapporto del WWF, infatti, molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus – non sono eventi catastrofici casuali, ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.
Forse è anche questo il motivo per cui il tema della Giornata Internazionale della Biodiversità quest’anno è “Le nostre soluzioni sono nella natura“, proprio per sottolineare quanto la nostra sopravvivenza e il nostro benessere dipendano dalla salubrità e dalla varietà degli ecosistemi del nostro pianeta.
Quasi mai, poi, si pensa al SUOLO, dove risiede circa ¼ delle specie viventi del pianeta. Tutti questi organismi che vivono nei primi 50 cm di terreno, a milioni e milioni, svolgono le funzioni fondamentali per la loro vita e al contempo contribuiscono a strutturare e rigenerare il terreno, a renderlo ricco e profumato. Garantiscono la fertilità del suolo per l’agricoltura e la vita presente e futura di tutti noi.
Ecco perché ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente) focalizza tutto il suo impegno sul suolo e su un modo di fare agricoltura che sappia rigenerare la terra. Il suolo è un essere vivente e come tale va considerato, alimentato e protetto. La sua fertilità è la fonte della nostra vita.
Un terreno sano, infatti, garantisce un cibo sano e questo è il fine ultimo di ARCA, che vuole ridisegnare il concetto di agricoltura per rigenerare il suolo e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e alla reintroduzione della biodiversità. Un esempio concreto, questo, di come l’agricoltura può trasformarsi da causa della perdita di biodiversità a risorsa per proteggere la natura.
Gabriella Mazzetta
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