Al ritmo odierno dei consumi stiamo bruciando più risorse di quante il nostro pianeta riesca a rigenerarne ogni anno. Per sostenere questo ritmo avremmo bisogno di quasi due pianeti.
L’agricoltura, con la silvicoltura e altri usi agricoli, è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti e sta danneggiando gravemente il suolo, che ospita una parte preponderante della biodiversità del pianeta.
Negli ultimi 150 anni c’è stata una perdita di suolo di oltre un terzo e pratiche agronomiche inappropriate, pesticidi e sostanze nocive non fanno altro che deteriorare ulteriormente le proprietà fisiche e chimiche dei suoli.
A cosa porta tutto questo?
Porta a una carenza nutritiva negli alimenti, che risultano sempre più depauperati nelle loro componenti, compreso il gusto. Quello che mangiamo, cioè, è più povero di nutrienti e meno buono di una volta.
“Il suolo è il grande connettore della nostra vita,
la fonte e la destinazione di tutti noi”
Un terreno agricolo sano, infatti, ha la capacità di trattenere CO2, che altrimenti andrebbe dispersa nell’atmosfera sotto forma di emissioni.
Un terreno agricolo sano, e in particolare i suoi primi aurei centimetri di profondità, ha al suo interno la sostanza organica che genera la vita.
Un terreno agricolo sano trattiene acqua diminuendone i tempi di corrivazione grazie alla maggiore capacità di assorbimento, intervenendo sul dilavamento e sulla desertificazione.
Un terreno agricolo sano preserva il patrimonio marino dal fenomeno dell’eutrofizzazione, l’inquinamento delle acque del mare dovuto alla sovrabbondanza di nitrati e fosfati.
Un terreno agricolo sano consente di produrre cibo sano e di migliorare la nostra salute. L’alimentazione, infatti, può agire in maniera preventiva o distruttiva nel nostro organismo: esiste una correlazione, supportata scientificamente, tra la contaminazione da pesticidi e le malattie neurodegenerative.
“Fa’ che il cibo sia la tua medicina
e che la medicina sia il tuo cibo”