Spigolature marchigiane (12)

C’è “RAI” una volta…

la prima trasmissione radiofonica ad Ancona.

Il 6 ottobre 1924 debuttava un nuovo rivoluzionario strumento di trasmissione a distanza di suoni e voci. In un’ora insolita per chi andava a letto con le galline: alle 21,00. Un concerto sinfonico, il bollettino meteo, la borsa, altra sinfonia, le ultime notizie: un’ora e mezza di trasmissione. Sono trascorsi più di ottanta anni, sembrano secoli! (…)

(…) Già dai tempi dell’URI, poi EIAR, poi RAI, le trasmissioni in Radiofonia e in Televisione hanno rappresentato il laboratorio in cui sono stati confezionati stili di vita ma anche orientamenti ideologici.

Nei primi anni ’50 il centralismo romano della radiofonia (la televisione non c’era ancora) cede spazio, pochissimo, alle regioni: un notiziario quotidiano e, di domenica, un settimanale di vita regionale, di genere “rivistaiolo”, con attori, cantanti, un’orchestra.

Nasce così la Sede Regionale della RAI ad Ancona, prima in Corso Stamira, per pochi anni, poi in Piazza della Repubblica.

Ascoltatissimo, “Il Corriere delle Marche”: pochi redattori, tre-quattro, e una fitta rete di corrispondenti e informatori in tutta la regione. La figura più conosciuta e stimata è stata quella di Ermete Grifoni, caporedattore e titolare dei contributi di maggior rilievo per le reti nazionali, radiofoniche e televisive.

Ma è stato il settimanale di vita regionale, in onda tutte le domeniche alle 14,00, a catalizzare l’ascolto con una forza d’attrazione molto sentita, derivata, almeno in certe annate, dalla notorietà di alcuni attori e da testi di felice stesura. Solo un esempio: le scenette di Cesaro (Ugo Cedroni) e Cesira ( Regina Servadio), su testi di Vilario Mordicchia, tennero alto l’ascolto della testata radiofonica per anni.

Attori d’Ancona che avevano trovato nella radio lo strumento di realizzazione di una innata vocazione verso il teatro o altre forme di spettacolo. Le orchestre dei maestri Inda, Boccosi e Giacconi hanno accompagnato cantanti e parodisti per tre decenni. Il rotocalco domenicale ha più volte cambiato nome: “Sotto il Conero”, “El Guasco”, “Girogiromarche”.

Il ripetitore di Posatora e in seguito del Montagnolo diffondevano su tutta la regione il segnale in partenza dal capoluogo. Nel 1976, con l’attivazione del decentramento ideativo e produttivo, vengono concessi più spazi alla radio e, alla televisione, l’affidamento quotidiano di telegiornali e, bisettimanalmente, di trasmissioni di cultura e di varia umanità in nome del pluralismo, con la mobilitazione di forze residenti sul territorio in grado di esprimere tutta l’energia intellettuale in maniera autonoma e completa.

In quegli anni anche l’emittenza regionale subisce modificazioni radicali almeno per quanto concerne gli schemi produttivi, i linguaggi, il reclutamento, la formazione.

Ma in fondo la radio e la televisione accompagnano i mutamenti della società e, più in generale, si adeguano alle produzioni di altri paesi dove non sempre i modelli sono adattabili al gusto e alla civiltà degli ascoltatori.

Massimiliano Montesi (da un testo di Terenzio Montesi per la rivista “Buongusto” giugno 2004)

 

Il giorno in cui la Guardia di Finanza salvò la Marina Militare…

e il porto di Ancona. Durante la Grande Guerra del ’15 – ’18 una cinquantina di incursori della Marina Austriaca fu inviata in missione per sabotare il porto di Ancona da cui partivano le incursioni dei primi MAS (reparti sceltissimi e soli tra gli italiani ad essere poi integrati con Valerio Borghese dalle truppe tedesche durante la seconda Guerra mondiale). Ma sbarcarono nel punto sbagliato, a Case Bruciate.

Dopo aver passato la notte in un casolare abbandonato del Barcaglione, il Comandante decise di marciare in bella vista verso il porto poiché le uniformi delle marine (austriaca e italiana) erano simili e perché i marinai arruolati nell’esercito austriaco erano dalmati, istriani e giuliani che parlavano italiano (le tre Venezie erano sotto il domino dell’impero).

Una tale dimostrazione di sicurezza e compostezza non avrebbe destato sospetti ed alcuni punti di guardia furono sorpassati con tanto di saluto ufficiale da parte dei militari italiani nei pressi della stazione ferroviaria.

Soltanto nelle vicinanze del Lazzaretto e di Porta Pia un finanziere di sentinella, insospettito, diede l’allarme salvando la base navale di Ancona, ma non la sua vita. Uno dei tanti nostri eroi.

Oggi, alla Mole Vanvitelliana, in corrispondenza dello spigolo che si rivolge a Porta Pia, c’è un grande medaglione dello scultore Maltoni a ricordo eterno del fatto.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Le mele a cera

Gialla porcellana naturale.

Sulle tavolozze nella forca dell’albero le osservavo da bambino e non mi spiegavo quella luce che vedevo negli occhi di mio padre: “trovate!”.

L’ho capito tardi, quando nemmeno il vecchio paesano riusciva più a rimediarle, sacrificate sull’altare della moderna agricoltura.

Altroché bollini vari, quando mordevi la mela a cera lo scrosciare tipico diventava gusto. Io non riesco a spiegare il sapore zuccherino discreto che si spandeva in bocca, quella freschezza che irrorava il palato.

Nella casa di città, l’anacronistico stoccaggio riempiva le stanze con un profumo selvaggio.

Sparite, insieme a tante varietà di melelle che un tempo delimitavano i confini dei campi o vegliavano a guardia e sostegno dei filari.

Massimiliano Montesi (ricordi d’infanzia)

 

Carlo Alberto Dalla Chiesa…

il “generale” dei carabinieri, fu uno dei capi della Resistenza attivi nelle Marche. La sua “resistenza” ed il suo impegno proseguirono sino al tragico epilogo con l’assassino da parte delle cosche mafiose.

Massimiliano Montesi

 

Museo per fumatori

A Fermo c’è il Museo della Pipa. Un vizio che è diventato arte.

E rito.

Massimiliano Montesi

 

Il Polo Nord a Fermo…

al Museo polare etnografico, per rivivere la testimonianza delle cinque esplorazioni di Silvio Zavatti nelle terre degli Inuit.

Massimiliano Montesi

 

Un regalo dal cielo

La meteorite di Fermo presso i Musei Scientifici di Villa Vitali a Fermo.

Un pezzo unico forgiato dall’universo.

Da 9,4 kg!

Massimiliano Montesi

 

Legno e fuoco…

al Museo delle carbonaie di Cessalpalombo.

Si può anche acquistare il carbone originale dei Sibillini prodotto in modo tradizionale. Con il marchio di qualità riconosciuto.

Massimiliano Montesi

 

In sidecar a Cingoli

Particolarissimo il Museo dedicato al glorioso mezzo … per due.

In via Valcarecce più di cento modelli in esposizione.

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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