Tutto è connesso

Ieri, 24 maggio, si è conclusa la Settimana Laudato Sì, indetta e promossa da Papa Francesco per celebrare il quinto anniversario della pubblicazione dell’omonima Lettera enciclica, dedicata alla cura della casa comune.

Tutto è connesso” è il tema scelto per la speciale iniziativa, voluta fortemente dal pontefice per invitare le comunità cattoliche di tutto il mondo e numerose istituzioni e associazioni di varia natura a riflettere criticamente sulla drammatica situazione che stiamo vivendo e ad ascoltare con la necessaria attenzione le urla di aiuto della Terra e dei più poveri e bisognosi di cure.

La tematica dell’interconnessione è altamente significativa, a maggior ragione in questo determinato contesto storico, attraversato dalla costante minaccia di un nemico invisibile ed estremamente contagioso, il covid-19, che colpisce tutti e non risparmia nessuno. Già nel 2015 Papa Francesco era ben consapevole di come e quanto la crisi ambientale della Terra e la crisi socio-culturale dell’Umanità fossero strettamente connesse e interdipendenti; oggi il coronavirus ce lo ha drasticamente ricordato: ogni essere umano è parte integrante della natura e dell’ambiente in cui vive e ogni sua singola azione ha una ripercussione su tutti gli altri e sulla realtà circostante.

E’ precisamente da qui, alla luce di questo rinnovato concetto di ecologia integrale, che bisogna ripartire con forza, audacia, coraggio e determinazione per sconfiggere lo sfrenato e cieco individualismo di cui è preda oggi il mondo occidentale e per costruire un mondo sano, giusto, equo, che non abbandoni e lasci indietro più nessuno.

Per poter, però, effettivamente trasformare in azioni e atti concreti queste intenzioni e questi elevati propositi, la conditio sine qua non è quella, secondo il pontefice, di rivalutare, rivalorizzare, rinverdire un sentimento di vitale importanza che si è affievolito nel corso del tempo e della storia, ossia la fraternità. Come giustamente afferma Carlo Petrini, Presidente e fondatore di Slow Food, nell’introduzione (guida alla lettura per la precisione) all’Enciclica del 2015, “senza fraternità non ci sono nemmeno libertà e uguaglianza, essa ne è presupposto”.

Portavoce e incarnazione emblematica di questo “sacro” valore fu san Francesco d’Assisi, alla cui esistenza e alle cui riflessioni si richiama assiduamente Papa Francesco, a partire dal titolo conferito all’Enciclica, Laudato Sì, mutuato dal celebre Cantico delle creature della sua guida spirituale e perenne fonte di ispirazione. Nelle pagine iniziali del testo il pontefice ricorda e celebra così il santo di Assisi: “Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani…… In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”.

Nonostante sarebbe opportuno non aggiungere altro a queste significative ed evocative parole, è doveroso però evidenziare un particolare chiave per poter comprendere la portata rivoluzionaria del messaggio di Papa Francesco: quando asserisce che San Francesco era ed è amato da tutti, anche da coloro che professano altre religioni o non sono credenti, suo preciso obiettivo è quello di parlare e arrivare al cuore di tutta l’Umanità, nessuno escluso.

La conversione morale e culturale di tutti, ancor prima che ecologica, è infatti l’ultima possibilità che ci rimane per riscoprire quel rapporto ancestrale e armonioso con la natura, di cui sono tuttora testimonianza alcune comunità aborigene, e con le sue limitate risorse, da preservare, proteggere e tutelare responsabilmente e collettivamente.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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