Un bene da tutelare: le api

Oggi, 20 maggio, si celebra la Giornata Mondiale delle api, istituita nel 2017 in onore e in memoria di Anton Janša (20 maggio 1734 – 13 settembre 1773), apicoltore sloveno considerato all’unanimità pioniere e precursore dell’apicoltura razionale.

I detrattori delle varie e numerosissime giornate mondiali sostengono che non sia sufficiente, o meglio non sia necessario stabilire una data convenzionale per “festeggiare” un determinato universo valoriale. Tale pensiero potrebbe essere condivisibile, ma è pur sempre vero che si tratta di occasioni che contribuiscono a rifocalizzare l’attenzione e convogliare lo “sguardo” dell’opinione pubblica nei confronti di tematiche sensibili, delicate e a volte, come in questo caso, estremamente problematiche.

Non rappresenta infatti una novità il grido di protesta e di allarme lanciato in merito alla drammatica e in costante aumento moria delle api: la CIA (Confederazione italiana agricoltori) ha stimato che negli ultimi 10 anni sono scomparsi ben 10 milioni di alveari nel mondo, di cui 200.000 solo in Italia!

Il ruolo cruciale rivestito dalle api, o meglio dagli insetti impollinatori in generale, in relazione alla tutela ambientale e alla biodiversità è noto e risaputo e ARCA, che ha a cuore la salvaguardia e la rigenerazione del suolo e conseguentemente dell’ambiente nella sua complessità, “lotta” in prima persona in difesa di api, apicoltori e agricoltori.

Le innovative pratiche agronomiche promosse da ARCA, infatti, mirano a migliorare la struttura del terreno e a restituirgli vitalità, profumi e biodiversità; inoltre pongono le condizioni per un ritorno consistente delle api, in quanto forniscono ad esse una rinnovata fioritura ed essenze ormai desuete, quali la sulla, la veccia, la senape, il ravizzone.

Il fatto che l’ape introduca il manifesto programmatico di ARCA in qualità di testimonial e di indicatore biologico è dunque la logica conseguenza delle sue intenzioni e della sua ambizione di ergersi a garante della salvezza e dell’incolumità di tali insetti impollinatori di estrema utilità ed importanza per il benessere di tutti, pianeta incluso.

Ancor più interessante è evidenziare che, nonostante il progetto ARCA abbia preso vita nel 1988, in tempi in cui non si parlava affatto di sostenibilità e non era presente l’attuale sensibilità nei confronti delle tematiche climatiche e ambientali, già allora l’ape rappresentava al contempo un mood e la funzione operativa di sentinella e raccoglitrice di dati in un determinato territorio.

Venne anche coniato un acronimo, A. P. E. per l’appunto, che stava ad indicare “Allarme Protezione Ecologica”. Nel seguente filmato storico, risalente al 1989, oltre al significativo acronimo, è possibile ammirare l’ARCA delle origini, che affonda le proprie radici nella mezzadria e in particolare nel modello della casa colonica polifunzionale, archetipo dell’odierna economia circolare:

E’ con estremo piacere che constatiamo come il messaggio originario di ARCA sia stato correttamente recepito e si sia sposato alla perfezione con la filosofia di tutti coloro che amano prendersi cura dell’ambiente: sono assai numerosi, infatti, i più recenti spot pubblicitari che hanno scelto l’ape come testimonial di un’agricoltura sana e sempre più sostenibile.

Nonostante gli scettici, celebriamo dunque con gioia questa giornata e auguriamoci che rappresenti solamente una scintilla di una fiamma più imponente, che prende il nome di Speranza per un mondo finalmente consapevole, responsabile, rispettoso della Natura ed eticamente impegnato nel contrastare i cambiamenti climatici e nel tutelare gli insetti impollinatori di cui tutti hanno assolutamente bisogno.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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